Quantità consigliate per ogni litro di Alcool puro a 95 Gradi:
800 Grammi di bacche fresche di mirto maturo;
1,5 litri di Acqua pura;
5oo grammi di Zucchero semolato.
PREPARAZIONE:
Dopo aver lavato e asciugato le bacche di mirto con delicatezza, mettete in infusione con l'alcool in un recipiente di vetro con chiusura ermetica per 15 giorni. Sciroppo: fate bollire l'acqua per qualche minuto, spegnete il fuoco, aggiungere lo zucchero e mescolate sino a sciogliere bene tutto lo zucchero. Allo sciroppo di zucchero freddo aggiungere l'infuso filtrato bene, mescolate e imbottigliate. Lasciate riposare per circa 2 settimane prima di servirlo.
lunedì 22 agosto 2011
domenica 21 agosto 2011
Filu' e Ferru - L'acquavite fuorilegge.
L'acquavite di vinaccia per i Sardi è Filu' e Ferru. Il nome non si riferisce alla ruvidezza di questo prodotto artigianale,ma alla sua origine fuorilegge. Veniva prodotto nelle famiglie clandestinamente,e veniva nascosto alla guardia Regia seppellendo il boccione nell'orto e lasciando emergere dal terreno solo un pezzetto di filo di ferro,per ritrovarlo al momento dell'uso. Questo nome è entrato nel linguaggio comune per indicare l'acquavite di vinaccia.
sabato 20 agosto 2011
Sadile la Birra Sarda che piace.
Così viene definita in un articolo di un noto quotidiano. E' buona rinfrescante e "viva". E' la birra Sadile,l'idea è di tre soci amici. una sera come tante si sono trovati in casa a fare quattro chiacchiere intorno ad una bottigli di birra,e hanno pensato di prodursela da soli. Da quella sera ne hanno riparlato senza prendersi troppo sul serio, fino a quando hanno tirato sù uno stabilimento vero e proprio. Questa è la versione che riporta il noto quotidiano, ma una versione più attendibile e quella che uno dei soci mi ha raccontato personalmente: da tempo i tre soci intenditori di birra ed importatori di prestigiose marche,avevano quest'idea che col tempo è diventata realtà. Gli ingredienti che i tre soci utilizzano sono il malto d'orzo, il luppolo, il lievito e l'acqua di Bortigiadas ( una delle migliori della Sardegna ). Il nome Sadile (coincide con le iniziali dei tre soci) deriva dal latino "satus" che vuol dire sazio, ed è questa una delle caratteristiche di questa birra, una piacevole sensazione di sazietà dopo averla bevuta. Fonte - Dal libro di Gian Luca Casu Bevande Alcoliche ed Analcoliche Storia e Leggende.
Ing. Sella & Avv. Mosca - Il Vino - La Vite
Dall'incontro di questi due signori ( uno era nipote del famoso statista Quintino Sella ) nella bella e selvaggia Sardegna. prese vita l'idea di trasformare i terreni nei dintorni di Alghero, in una straordinaria terra da vino. Fu così che dalla fantasia e dall'impegno dei due fondatori nacque la Sella & Mosca, una delle prime aziende che contribuirono allo sviluppo della realtà vitivinicola Sarda.
IL VINO: Tutte le leggende e i miti del mondo antico che parlano dell’uva e del vino, iniziano da alcune migliaia di anni prima di Cristo, hanno come sfondo il diluvio universale: anche la vendemmia rientra in questo discorso, sebbene la prima spremitura dei grappoli avvenga semplicemente tra le mani dei protagonisti: Utpanistim, Noè, Bacco, Deucalione. E’ curioso che questa nascita del “soave licore” come lo chiamarono poeti e scrittori, “sangue della terra” e via dicendo, abbia avuto inizio dall’acqua, dal tremendo cataclisma che copri la terra e distrusse ogni forma di vita animale e vegetale, salvo quelle accolte dai prescelti nelle loro arche. Il pianeta era ancora giovane. Gli esseri umani avevano ancora colloquio con il creatore, che li condannò per le loro nequizie, Noè ebbe la sua arca, e quando le acque incominciarono a ritirarsi, mandò fuori a vedere la colomba, che tornò con un ramoscello d’ulivo nel becco, segno di perdono divino; poi il Signore fece apparire l’arcobaleno, altro segno di pace e di perdono e ancora fece nascere ai suoi piedi la vite. E Noè non solo ne spremette il succo, ma se ne inebriò e cadde a terra; quindi maledisse Cam, quello dei suoi figli che aveva riso di lui. La storia di Bacco e Dionisio, invece ha un altro taglio. Il giovane bacco, approdato in Sicilia dalla terra greca percorreva a piedi il litorale jonico sfinito dal caldo estivo, dal sudore e dalla polvere. A un certo punto si accasciò su una roccia e dalle sue lacrime, dal sudore che colavano sulla terra spuntò una pianta: Era la vite . anche il giovane bacco strinse tra le mani i grappoli di quel dono divino e bevvè quel primo vino così nato, secondo la leggenda; e ne fu consolato. Questo avveniva nella zona di Taormina, e il vino che si produceva in quelle terre, il Tergestanum- così fu chiamato-rimase in onore nella grande età classica. Quanto al sumero Utpanistim, la sua epopea si svolge, secondo le più antiche fonti, nel terzo millennio avanti Cristo. Errò come Gilgamesh per tutte le terre sconosciute, affrontò avventure, misteriosi mostri; conobbe segreti indicibili. Anche di lui restò scritto che avesse navigato per sfuggire al diluvio su un’altra specie di arca; ma sappiamo che aveva il vino- ne faceva copia ai suoi carpentieri e libagioni agli dei. Ebbe la sua arca infine Deucalione, altro eroe greco a cui fu concesso di sfuggire al diluvio con la sua Pirra, e animali e piante, a bordo di una nave da lui costruita. Quando poggiò di nuovo i piedi sulla terra, gli dei decisero che dovesse rinascere il genere umano : e i due, Deucalione e Pirra, si misero in cammino gettando alle loro spalle pietre che si trasformavano in uomini e donne. Questa risorta umanità non mancò, in seguito di onorare gli dei con le consuete libagioni di cui troviamo spesso notizie nei riti e nelle loro costumanze. Molti hanno cercato di indagare i significati di questo legame, forse pensando ai poteri che ha il vino di inebriare gli uomini e aiutarli forse a varcare le porte della conoscenza. Poi quando entriamo in epoca storica, abbiamo naturalmente grandi feste della vendemmia e del vino, un po’ dovunque intorno al mediterraneo. E sono sempre dedicate agli dei, sono anche occasioni per abbandonarsi senza problemi alla felicità del vino, all’estasi del bere. I Baccanali e le danze sfrenate delle Baccanti erano le più grandi, attese occasioni per abbandonarsi senza timore di pene, di biasimo o altro; ancor oggi che queste feste sono scomparse con l’avvento del Cristianesimo, le parole hanno mantenuto lo stesso significato. Una cosa però e da dire: le feste della vendemmia avvenivano in ottobre avanzato, forse anche, qualche volta, all’inizio di novembre: e questo per una ragione molto semplice. Nel mondo antico si aspettava a raccogliere l’uva, che avesse raggiunto il massimo della maturazione: doveva avere il più alto contenuto zuccherino, così se ne otteneva un vino di altissima gradazione che risultava molto denso, dolce, inconcepibile per il gusto moderno, difficile perfino da deglutire. Perciò era necessario diluirlo con l’acqua; e nelle occasioni importanti si nominava addirittura un “re” del banchetto che decideva quante parti di vino e quante di acqua si dovessero mescolare, per ottenere un effetto più o meno inebriante. Si faceva anche un vino leggero chiamato “merum” (da cui in italiano l’aggettivo “mero”) che veniva fatto bere agli schiavi .Altra cosa sorprendente per noi moderni è sapere che anche alle nozze di Cana, quando Cristo istituì il sacramento della messa, fu aggiunta acqua al vino. E’ per questo motivo, ancora oggi il sacerdote sull’altare aggiunge al vino che diventerà sangue di Cristo una piccola parte di acqua. Allora, tuttavia la vendemmia avveniva, come si diceva il più tardi possibile, oggi invece si tende ad anticiparla come suggerisce la moderna scienza enologica, per ottenere da quell’uva meno carica di zuccheri un vino di gradazione più adatta ai tempi, all’arte della buona tavola, anche al nostro equilibrio psicofisico. Un’eccezione c’è, tuttavia nel panorama del mondo vitivinicolo italiano, e anche spagnolo e francese. In alcune zone tradizionalmente vocate al vino non solo si lasciano maturare il più possibile sui tralci i grappoli di determinate uve, ma poi si sistemano nei solai, nelle soffitte, sui tralici appositi, ad appassire ancora, per poi ricavarne un vino carico di vitalità, di dolcezza: quello che viene chiamato Vin Santo; non perché gli si attribuisca riferimenti con i sensi e la sanità, ma perché è pronto, per tradizione, nel periodo novembrino di Tutti i Santi. Anche oggi si celebrano le grandi feste della vendemmia,, nelle campagne, tutti a tavola sui lunghi banchi tra i filari ormai spogli, e tutto finisce con canti e balli, anche solenni bevute di mosto cotto in attesa della fermentazione e del dono del vino. Per contro invece è scomparsa l’antica usanza di pigiare l’uva coi piedi. Anticamente, invece, anche se non avevano il Vin Santo, avevano pure l’usanza, molto spesso, di lasciare i grappoli recisi al sole perché appunto si addensasse il contenuto zuccherino. Quanto alla pigiatura avveniva così: i grappoli venivano portati in grandi cesti sul luogo destinato appunto alla pigiatura che si faceva in grandi recipienti di legno o in muratura, da qui infine il succo che si raccoglieva sul fondo veniva convogliato per mezzo di piccoli canali verso altri recipienti, molto grandi e interrati, dove si svolgeva la fermentazione. E poi si proseguiva passando il nuovo vino nelle anfore, dove veniva arricchito con aggiunta di erbe e resine. Tra le più celebri scene di vendemmia dell’antichità, ricordiamo quella in merito allo scudo d’Achille, forgiato per l’eroe dal Dio Efeso o Vulcano. Vi era la rappresentazione di un vigneto carico di grappoli neri lucenti, mentre le viti erano sorrette da pali d’argento; un viale su cui si incrociavano file di giovinette e di ragazzi, con i loro canestri colmi, guidati dalla musica di un fanciullo che suonava graziosamente la cetra attraversava lo scudo. Tante e tante sono le voci dedicate al vino nella poesia antica; del resto non mancano nemmeno quelle che mettono in guardia contro gli eccessi provocati dal troppo bere. Orazio lasciò scritto, invece: “adesso è il momento di bere, di battere il suolo con piede libero (ossia abbandonarsi alla danza, che era anche il modo di sfogare i calori eccessivi). Altre importanti feste si celebravano in antichità verso febbraio-marzo, che doveva essere il periodo in qui il vino era pronto; dedicate a Dionisio-Bacco naturalmente, e da qui è derivato il nostro carnevale. Al che si può aggiungere che prende sempre più piede oggi la tesi che il culto antico di Bacco, col vino, avesse significati e profondità di alto livello esoterico. Ma, a questo punto ricordiamo un altro vignaiolo che partecipò alla vendemmia: Satana in persona, il quale secondo un’altra leggenda sbucò davanti a Noè proprio mentre si accingeva a impiantare la vigna. Satana interrogò abilmente l’ingenuo patriarca e poi gli propose di aiutarlo; e trasmise così al vino poteri malefici oltre quelli benefici prima concessi all’uomo disceso dall’Arca. E poi ancora il vino nella Bibbia accompagna tutta la storia ebraica e la storia dell’uomo, anche quella dei popoli arabi finche Maometto lo proibì. Il discorso potrebbe continuare all’infinito, anche pensando ai versi di dante, alle avventure di Gargantua, alla poesia di Redi e di tanti altri. Ma concludo con Giasone che quando arrivò nella Colchide per impadronirsi del Vello d’Oro, trovò il vino dei suoi favolosi abitanti, e ne fece felicissime bevute. Nel corso dei secoli il vino è però, a ragione, entrato di prepotenza anche in cucina. E’ ricca infatti ancora oggi la gastronomia che utilizza la bevanda di Bacco.
LA VITE. Originaria del Mar Nero. Era ritenuta pianta sacra per il suo prodotto, il vino, bevanda della vita e dell’immortalità, che nella tradizione ebraica era simbolo della conoscenza in virtù dell’ebrezza che esso provoca. Prezioso dono di bacco agli uomini, il vino era per i greci il simbolo della rinascita, della verità e della gioia. l’uva, il frutto della vite, è uno dei prodotti della natura più sani e più completi, di antica e sicura tradizione terapeutica. E’ un alimento energetico, ricco di zuccheri e minerali (potassio,calcio,magnesio).Contiene pecitina, acidi organici, le vitamine A, B e C.
Fonte Libro di Gian Luca Casu Bevande Alcoliche e Analcoliche, Storia e Leggende.
martedì 16 agosto 2011
I Candelieri 2011 ingresso in chiesa
sabato 13 agosto 2011
Sassari 14 Agosto
A Sassari ogni anno da secoli il 14 Agosto spettacolo e devozione si amalgamano nella discesa dei Candelieri " La Faradda " in Onore dell'Assunta.
giovedì 11 agosto 2011
Dall'alto in basso
Se una persona mi guarda dall'alto in basso,non mi spaventa. Mi divertirò domani quando mi guarderà dal basso in alto.
giovedì 4 agosto 2011
martedì 2 agosto 2011
A mio Figlio..
Tutto di te è solo un ricordo il tuo viso, i tuoi capricci e la tua prima pagella. Presto e lontano sei volato poche cose ti ho insegnato ma molto da te ho imparato.Ora con nessuno me la prendo, ma mai mi arrendo come facevi tu che ora mi guardi da lassù.
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